11, 12, 13 dicembre 2023, Conservatorio di Musica “B. Marcello” di Venezia
Ingresso libero, fino a esaurimento posti.
CENTO DI QUESTI GYÖRGY! è il titolo della rassegna proposta dal Conservatorio di Musica “Benedetto Marcello” di Venezia per celebrare György Ligeti (1923-2006), nel centenario della sua nascita.
Il titolo non vuole essere solo un ironico gioco di parole sul noto motto d’auguri di compleanno, ma un entusiasta augurio di continuare a proporre, ascoltare e approfondire la musica di Ligeti per molto tempo a venire. L’eredità artistica del compositore ungherese, insita nella forza della sua personalità e nella bellezza della sua musica, è infatti un inesauribile stimolo verso nuovi orizzonti di creatività, soprattutto per le giovani generazioni.
La rassegna proporrà numerose opere della produzione musicale di Ligeti e di autori ad esso legati, fino a giungere alla contemporaneità e a nuove creazioni ispirate da questa speciale ricorrenza. Protagonisti dei numerosi eventi in calendario saranno gli studenti e i docenti del Conservatorio di Musica di Venezia, accanto a prestigiosi ospiti. Oltre ai concerti, numerosi saranno gli interventi di carattere musicologico.
Lunedì 11 dicembre si terrà un incontro con Enzo Restagno, dal titolo “György Ligeti e la Nuova Musica”, cui seguirà un concerto comprendente produzione pianistica, clavicembalistica e organistica di Ligeti, a fianco di nuove opere degli studenti dei corsi di composizione.
Martedì 12 dicembre, la conferenza di Letizia Michielon, “Spazio immaginario e tempo congelato nel Premier Livre degli Etudes Pour Piano di György Ligeti”, introdurrà un concerto comprendente una selezione dagli Etudes e dal repertorio per duo pianistico di Ligeti; a seguire, “Silenzio su Ligeti”, una nuova proposta di Giovanni Mancuso e Riccardo Vaglini.
La rassegna si concluderà mercoledì 13 dicembre, con tre conferenze e un concerto. Roberto Calabretto parlerà di “Ligeti musicista cinematografico?”, cui seguirà l’intervento di Lorenzo Donati “L’eredità della scuola ungherese nella musica corale del giovane Ligeti e l’evoluzione del rapporto col suono nella musica corale” e, infine, “La musica elettronica nell’opera di György Ligeti” a cura di Paolo Zavagna. Il concerto finale proporrà opere di Ligeti, Farkas, Kodály, Bárdos, Koenig, insieme a nuove opere degli studenti di direzione e composizione corale e musica elettronica.
Non poteva mancare una sezione dedicata alle più coinvolgenti opere per grande orchestra del maestro ungherese. Apparitions (1958-59), Atmosphères (1961) e Lontano (1967) saranno “reinterpretate” dall’artista Igor Imhoff, che realizzerà una nuova opera video appositamente commissionata, visibile per tutta la durata della rassegna nel salone d’ingresso del Conservatorio.
Progetto a cura del Dipartimento di Teoria e Analisi, Composizione e Direzione
Coordinatore del Progetto Prof. Francesco Pavan
Programma
11 dicembre 2023
16:00 – Sala Concerti
Inaugurazione della rassegna
Intervengono: Presidente, Avv. Fabio Moretti; Direttore, M°Roberto Gottipavero; Coordinatore del progetto, M°Francesco Pavan
György Ligeti – Sonate für Violoncello solo (1948 – 1953)
I – Dialogo
II – Capriccio
Manuel Dal Bianco, violoncello
16:30 – Salone d’ingresso del Conservatorio
Presentazione di Nebulae Sonantes di Igor Imhoff
La videoinstallazione sarà esposta per tutta la durata della rassegna.
17:00 – Sala Concerti
György Ligeti e la Nuova Musica
Incontro con Enzo Restagno
Lasciata l’Ungheria nel 1956, Ligeti si trasferisce dapprima a Vienna e, successivamente, a Colonia, entrando in contatto con tutte le principali correnti della Nuova Musica. In questo contesto assume una posizione peculiare ed indipendente, diventando uno dei protagonisti della vita musicale europea.
18.00 – Sala Concerti
Musica Ri-Cercata
György Ligeti – Musica Ricercata (1951 – 1953)
Agata Bordignon e Silvia Tesser, pianoforte
Marta Bussi – Assemblage-Barbarie (2023)
Tommaso Drigo -– Metamorfosi (2023)
Jacopo Caneva – from the fog/back into it (2023)
Ensemble di Musica Contemporanea del Conservatorio di Venezia:
Sara Valle, flauti, Francesco Di Giacinto, oboe, Grazia Vian, clarinetto, Samuele Molinari, saxofoni, Michelangelo D’Adamo e Celeste Sartori, pianoforte, Ambra Ceroni Agostinelli, percussioni, Claudia Ciullo, arpa, Gabriele Tai, violoncello, Francesco Pavan, direttore
—————————–
György Ligeti – Ricercare (1953)
Giovanni Gianola, organo
György Ligeti – da Zwei Etüden für Orgel
Etude n.1 – Harmonies (1967)
Giovanni Tonon, organo
Etude n.2 – Coulée (1969)
Leonardo Mariotto, organo
György Ligeti – Continuum (1968)
Andrea Marinelli, clavicembalo
György Ligeti – Passacaglia ungherese (1978)
Bing Wei, clavicembalo
György Ligeti – Hungarian Rock (1978)
Ergi Cane, clavicembalo
Anna Dobrucka – Le tableu revisité (2023) su Sergej Vasil’evič Rachmaninov, Etude-Tableaux op.33 n.4 (1911)
Michelangelo D’Adamo, pianoforte
Riscrittura di Hungarian Rock di György Ligeti per ensemble (2023)
A cura di Riccardo Vaglini, con interventi di Federico Alessi, Sviatoslav Avilov, Ana Beyron, Erik Casanova, Anna Dobrucka, Alberto Gobbo, Viktoria Knysh.
Ensemble di Musica Contemporanea del Conservatorio di Venezia:
Ergi Cane, clavicembalo, Sebastiano Menardi, violino, Anna Trapani, violoncello, Luca Boscolo, sax soprano, Samuele Molinari, sax baritono, Maddalena Domini, corno francese, Michele Pio Vietri, trombone, Paolo Busolin, batteria, Alberto Gobbo, basso elettrico, Giovanni Mancuso, direttore
12 dicembre 2023
17.00 – Sala Concerti
Spazio immaginario e tempo congelato nel Premier Livre degli Études pour Piano di György Ligeti
Conferenza di Letizia Michielon
Nella seconda metà del Novecento le tendenze compositive e le speculazioni filosofiche riflettono sul concetto di direzionalità del tempo mettendo in discussione la possibilità di percezione del flusso temporale e rivolgendo una sempre maggiore attenzione alla dimensione spaziale.
In tale contesto culturale si è formato György Ligeti che, dopo le prime esplorazioni sullo spazio realizzate grazie al dislocamento delle fonti sonore, lavorerà sull’inscindibilità delle due dimensioni, reinterpretando in modo originale il concetto adorniano di “pseudomorfismo con la pittura”.
Grazie a una poliedrica ispirazione che fonde al proprio interno immaginazione musicale, interculturalità, interessi scientifici e suggestioni estetiche tra le più varie, Ligeti dona vita infatti a universi sonori intrecciati saldamente alla rete della tradizione, ma a un tempo proiettati verso un orizzonte futuro che si tinge di tratti utopici e visionari.
Ne sono una fulgida testimonianza i giovanili Funf Stūcke für Klavier, i Drei Stücke für zwei Klaviere e soprattutto gli Études pour piano, opera cruciale che incarna emblematicamente lo stile stratificato del Maestro ungherese, giunto ormai a una compiuta maturità creativa.
18.00 – Sala Concerti
Pour Piano
György Ligeti – dagli Études pour piano (1985 – 2001)
Étude II – Cordes à vide
Emma Brumat, pianoforte
Étude V – Arc-en-ciel
Costanza Pasquotti, pianoforte
Étude VIII – Fém
Alberto Nocera, pianoforte
Étude X – Der Zauberlehrling
Mattias Antonio Glavinic, pianoforte
György Ligeti – Funf Stūcke für Klavier (1942 – 1950)
- Induló (1942)
- Polifón etüd (1943)
III. Három lakodalmi tánk (1950)
- Sonatina (1950)
- Allegro (1943)
Lucia Canali e Michelangelo D’Adamo, pianoforte
György Ligeti – Drei Stücke für zwei Klaviere (1976)
- Monument
- Selbstportrait mit Reich und Riley (und Chopin ist auch dabei)
III. In zart fließender Bewegung
Michelangelo D’Adamo e Simone Mao, pianoforti
—————————–
Silenzio su Ligeti
Ligeti è un compositore onnivoro, interessato e influenzato da numerosissimi compositori, stili e culture musicali, concezioni artistiche ed estetiche apparentemente inconciliabili e lontane.
La sua personale e ironica risposta alla figura irrinunciabile di John Cage è documentata da alcuni lavori del 1961 quali le Trois Bagatelles per pianoforte e il curiosissimo e provocatorio Die Zukunft der Musik, del quale si tenterà una vera e propria ricostruzione filologica.
György Ligeti – Die Zukunft der Musik (1961)
György Ligeti – Trois Bagatelles (1965)
Giovanni Mancuso, speaker
Riccardo Vaglini, pianoforte
John Cage – Indeterminacy + Solo for piano [dal Concert for piano and orchestra] (1957/58)
Riccardo Vaglini, speaker,
Giovanni Mancuso, pianoforte
13 dicembre 2023
15:00 – Sala Concerti
Ligeti musicista cinematografico?
Conferenza di Roberto Calabretto
Nel ricco caleidoscopio delle scelte musicali del cinema di Stanley Kubrick, l’utilizzo dei repertori di Ligeti si pone come un esempio paradigmatico della ri-funzionalizzazione della sua musica in un contesto cinematografico. Alla musica di Ligeti, il regista “attinge liberamente e altrettanto liberamente la manipola laddove è necessario rimodellarla alle sue necessità di rappresentazione” (Sergio Bassetti) facendole assumere delle funzioni narrative di primissimo piano nei film in cui è utilizzata. Basti pensare a 2001: Odissea nello spazio, in cui Atmosphères, presente come ouverture al racconto a schermo spento offre un primo ‘bagno sonoro’ in cui lo spettatore sarà poi immerso nel corso dell’intero film in costante contatto con un sentimento di trascendenza. Parimenti in Eyes wide shut, Musica ricercata si associa all’idea di un pericolo, di una minaccia divenendo una sorta di proiezione dello stato d’animo del protagonista. Nel corso dell’intervento saranno prese in esame le modalità con cui la musica di Ligeti viene rifunzionalizzata alle esigenze filmiche e, in particolar modo, sarà circoscritta la dialettica audiovisiva che si viene a creare con le immagini in movimento. Una serie di motivi che hanno eletto Kubrick a vero e proprio modello di un cinema pensato in termini musicali.
16:00 – Sala Concerti
L’eredità della scuola ungherese nella musica corale del giovane Ligeti e l’evoluzione del rapporto col suono nella musica corale
Conferenza di Lorenzo Donati
Ligeti, sia prima che dopo la seconda guerra mondiale, studia con alcuni dei più importanti compositori dell’epoca che nei primi decenni del Novecento avevano dato vita alla nascente scuola ungherese. Tra le caratteristiche di questa scuola c’erano la rielaborazione di melodie e ritmi della tradizione popolare ungherese, ma anche l’utilizzo di strutture musicali semplici, in alcuni casi quasi meccaniche. L’utilizzo di materiali tematici asimmetrici e con scale non usuali, assieme all’utilizzo di procedimenti contrappuntistici particolari porta Ligeti alla creazione di colori vocali nuovi. Queste nuove organizzazioni dei suoni sfoceranno poi nel capolavoro Lux aeterna e nelle ultime opere per coro a 16 voci.
17:00 – Sala Concerti
La musica elettronica nell’opera di György Ligeti
Conferenza di Paolo Zavagna
Al suo arrivo a Colonia agli inizi del 1957, György Ligeti conosce, presso lo studio di musica elettronica della Westdeutscher Rundfunk, un gruppo di compositori coi quali stringerà amicizia e che lo aiuteranno nella realizzazione delle sue opere di musica elettronica; in particolare Gottfried-Michael Koenig, Cornelius Cardew e Karlheinz Stockhausen. A Colonia erano già state composte pietre miliari del genere: Gesang der Jünglinge di Stockhausen, Incontri di fasce sonore di Franco Evangelisti, Klangfiguren II ed Essay di Koenig. In questo contesto, Ligeti comporrà tre brani di musica elettronica, solo due dei quali verranno realizzati: Glissandi e Artikulation. Sebbene i tre brani restino un unicum nella produzione di Ligeti, le tecniche compositive e l’esperienza in studio ritorneranno anche nella scrittura strumentale del compositore ungherese.
18.00 – Sala Concerti
Artikulation
Gottfried-Michael Koenig – Klangfiguren II (1955-56)
Ferenc Farkas – Alkony (1944)
György Ligeti – Am hohen Felsen (Magos kösziklának) (1946)
Zoltán Kodály – Esti dal (1938)
György Ligeti – Inaktelki nòtàk n. 1,2,3 (1953)
György Ligeti – Artikulation (1958)
Silvio De Cristofaro – Studio su Ligeti n.1 (2023)
Caroline Voyat – Studio su Ligeti n. 2 (2023)
Giuseppe Calvino – Studio su Ligeti n. 3 (2023)
György Ligeti – Gomb gomb (1955)
Lajos Bárdos – Dana-dana (1940)
György Ligeti – Hochzeitslied (Lakodalmas) (1950)
Davide Commone – Eclisse (2023)
Ensemble vocale della classe di direzione e composizione corale del Conservatorio di Venezia:
Eleonora Capellari, Anna Dobrucka, Ode Pürg, Caroline Voyat, voci femminili; Lorenzo Bellagamba, Sebastiano Burelli, Giuseppe Calvino, Alessio Chiuppesi, José Ángel Sánchez Colmenares, tenori;
Mattia Amato, Silvio De Cristofaro, Lorenzo Donati, Tommaso Drigo, Riccardo Schioppa, bassi;
Giuseppe Calvino, Caroline Voyat, Lorenzo Bellagamba, Ode Pürg, Alessio Chiuppesi, Silvio De Cristofaro, José Ángel Sánchez Colmenares, Riccardo Schioppa, Sebastiano Burelli, direzione
Paolo Zavagna, regia del suono
Davide Commone, live electronics
11-12-13 dicembre 2023
Nebulae sonantes
di Igor Imhoff
L’opera è una proiezione interattiva pensata per l’ingresso del Conservatorio di Musica di Venezia, dove è presente il fanò, la grande lanterna. Le musiche di Ligeti alterano un flusso di colori e forme generate da un algoritmo sensibile alle frequenze dei suoni di Lontano, Atmosphères e Apparitions. Il risultato è un enorme frattale multicolore, simile ad una nebulosa iridescente che pulsa non solo seguendo il suono. Infatti, grazie alla presenza di un sensore, la nebulosa è in grado di percepire lo spettatore e i suoi movimenti, alterandosi di conseguenza. Le persone presenti a ridosso della proiezione modificano colori e andamento del flusso, partecipando con la musica stessa a colorare la parete, in uno scorrimento senza fine.