CollaborazioniHELENA TULVE – VISIONS

21 Settembre 2022

SACRED REPRESENTATION
HELENA TULVE (1972)
VISIONS, 2022 (50’)
per ensemble vocale, cori spezzati e ensemble strumentali

21 settembre 2022 ore 21:00 – Basilica di San Marco – prima esecuzione assoluta

Libretto di Helena Tulve
Dai frammenti di sacra rappresentazione ritrovati da Giulio Cattin a Santa Maria della Fava e dal Vangelo gnostico di Maria Maddalena
Vox Clamantis – Jaan-Eik Tulve, direttore
Cappella Marciana – Marco Gemmani, direttore
Marco Ambrosini, Angela Ambrosini, nyckelharpa
Anna-Liisa Eller, kannel e percussioni
Ensemble barocco del Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia – Francesco Erle, direttore
Marius Peterson, regia
Commissione La Biennale di Venezia, con il sostegno di Ernst von Siemens Music Foundation
Produzione La Biennale di Venezia
In collaborazione con Basilica e Procuratoria di San Marco

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Ensemble barocco del Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia

Voci
Marianna Acito
Martina Candido
Talora Cotta
Aldar Dashiev
Anna Dobrucka
Anastasia Fedorenko
Costanza Giannino
Yiru Liu
Yangchun Ou
Liu Rungdong
Caterina Schenal
Shiho Yamaura
Tiorba, Alvise Zanella

Contrabbasso barocco, Amleto Matteucci

Violini barocchi, Daniel Jankovics e Sebastiano Franz
Viola da bravo, Elena da Pieve
Viole da gamba, Marcello Alemanno, Alberto Casarin, Carlo Santi
Corni,  Marco Cucchi, Davide Saturno
Dulciana, Maestro Michele Fattori
Direttore, Maestro Francesco Erle
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Il filosofo e teologo francese #HenriCorbin scrive, a proposito dei diversi modi di percepire il mondo:

“Tra l’universo che può essere colto dalla pura percezione intellettuale […] e l’universo percepibile mediante i sensi, esiste un mondo intermedio, quello delle Idee-Immagini, delle Figure-archetipi, dei corpi sottili, della ‘materia immateriale’. […] Questo universo, il cui organo è l’immaginazione attiva, è il luogo delle visioni teofaniche, la scena in cui avvengono nella loro vera realtà gli eventi visionari e le storie simboliche: […] mundus imaginalis”.

In questo mondo di violenza e ostilità sento più che mai la necessità rendere onore e di dare spazio alla dimensione dell’imaginalis, ovvero non all’immaginario “utopico” ma al vero spazio dell’anima.

Le sacre rappresentazioni costituiscono un livello della topografia di questi mondi intermedi. Lo spazio della chiesa, pieno di simboli e di immagini, è un modello del nostro stesso spazio sacro interiore che non siamo veramente in grado di comprendere, ma possiamo piuttosto percepire, come Gesù nel grembo della Vergine Maria.

La musica liturgica ritrovata nel manoscritto di Santa Maria della Fava, i testi delle sacre rappresentazioni e i frammenti del Vangelo di Maria provenienti dal “Papyrus Berolinensis” costituiscono nel loro insieme un’antica pista che possiamo seguire, e che ci aiuta nella nostra ricerca più di quanto immaginiamo. Queste rappresentazioni e questi testi non sono reperti storici separati da noi; sono parte di noi – se osiamo aprire il nostro mundus imaginalis e dare spazio alle nostre stesse visioni.