Bacheca studentiConcertiIl Marcello Suona 2023 – terzo concerto

22 Luglio 2023

Rassegna concertistica degli Studenti del Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia

Sabato 22 luglio 2023, ore 20.45 – Sala Concerti

Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili. L’accesso al pubblico è consentito dalle ore 20.25

 

Programma

ANTONIN DVORAK (1841-1904)

Trio n. 4 “Dumky” in mi minore op.90 (B. 166)

Lento maestoso

Poco adagio

Andante

Andante moderato

Allegro

Adagio maestoso

Leonardo Mariotto violino
Manuel Dal Bianco violoncello
Leonardo Piovesan pianoforte

La parola “dumky”, plurale di “dumka”, dal verbo “dumati”, si ritrova in tutte e lingue slave e significa meditare, pensare, riflettere. Dumky è anche una vera e propria forma poetica, ballata elegiaca celebrativa di grandi eroi, una sorta di canto epico che ricordava le gesta dei cosacchi alla conquista di pace e libertà. Dvoràk scrisse alcuni pezzi intitolati dumka – ad esempio la Dumka op. 35 per pianoforte – intendendo per essi una forma musicale malinconica di fondo, però spezzettata in diverse sezioni di vario carattere: non solo malinconiche, ma anche serene e leggere.  Il Trio op. 90 in mi minore è chiamato «Dumky» proprio per questo motivo: suddiviso in sei sezioni, è sempre cangiante nelle indicazioni dinamiche e di tempo – almeno una quarantina gli scarti di movimento. Vi troviamo temi eroici, gioiosi, di danza, in sequenza con altri di taglio opposto, nostalgici, intimistici. Mancano, in linea di massima, elementi «complessi» di sviluppo, di modificazione, di variazione organizzata. I primi tre movimenti appaiono concepiti quasi in un’unica logica espressiva, infatti si muovono in regioni tonali vicine; sia essi sia le dumky 4 e 5 presentano una frequente alternanza tra opposti stati d’animo, con improvvisi impeti di gioia subito affossati da una profonda malinconia. Il finale, invece, riprende ed amplifica elementi già noti sino all’esplosione del Vivace in do minore, che culmina in un improvviso e lapidario accordo di do maggiore.

 

ANTAL DORÁTI (1906-1988)

Duo concertante per oboe e pianoforte

Lento, rubato – Molto vivace

Barbara Leandro pianoforte
Francesco Di Giacinto oboe

Il brano è uno dei frutti nati dall’incontro tra il compositore e Heinz Holliger alla fine degli anni ‘70, insieme a 5 pezzi per oboe solo e Trittico. Anche se noto più come direttore d’orchestra, Dorati studiò composizione con Zoltan Kodaly e Leo Weiner e pianoforte con Bela Bartok. Che sia un vero compositore, e non solo un “direttore d’orchestra che compone”, è evidente nel piacere che prova non solo nel risolvere i problemi compositivi, ma anche nel porli a sé stesso – ideando nei Cinque pezzi, ad esempio, una fuga a tre voci per uno strumento melodico a una sola linea – e nella sua capacità di scrivere melodie liriche.

Il Duo concertante è concepito come una moderna rapsodia ungherese, molto vicina alla tradizione di Kodaly e Bartok; è diviso in due tempi, all’interno dei quali troviamo grande variazione di caratteri. Nell’introduzione lenta ed elegiaca traspare una spiccata fantasia di scrittura, con cui Dorati riesce a creare diversi materiali partendo da una sola cellula ritmica; si alternano momenti lirici e percussivi, mostrando tutte le possibilità dell’oboe. Segue senza soluzione di continuità il secondo tempo: una lunga conversazione tra i due strumenti che scherzano, litigano e ritrovano un senso di pace e tranquillità solo alla fine con una citazione del primo movimento. Una musica immaginata con precisione, senza note sprecate, unita a un uso degli strumenti assolutamente idiomatico, crea in tal modo un brano che fonde elevata fantasia e puro lirismo.

 

MAURICE RAVEL (1875-1937)

Quartetto in fa maggiore per archi

Allegro moderato, très doux

Assez vif, très rithmé

Très lent

Vif et agité

Leonardo Mariotto violino
Fabio Pez violino
Leonardo Bellin viola
Costanza Battistella violoncello

Maurice Ravel compose il suo unico quartetto d’archi, appena ventisettenne, tra il dicembre del 1902 e l’aprile del 1903. La prima esecuzione ebbe luogo il 5 marzo del 1904 alla Schola Cantorum di Parigi con il quartetto Heymann; dopo aver dato qualche ritocco, nel 1910 Ravel fece pubblicare il quartetto con la dedica al proprio maestro Gabriel Fauré. Si tratta della sua prima opera di musica da camera, dato che la sonata per violino e pianoforte scritta nel 1897 rimase inedita sino al 1975.

Fin dalla prima esecuzione si è notato che l’opera assomiglia al Quartetto di Claude Debussy, scritto dieci anni prima. Tuttavia, benché i due compositori condividano un linguaggio estetico talvolta definito “impressionista”, lo stile di entrambi è da subito molto definito e distinto. Debussy venne a sapere che il suo giovane collega voleva apportare delle modifiche al quartetto appena compiuto e così gli scrisse il 4 marzo del 1904, la vigilia della prima esecuzione mondiale:

Bardac [pianista francese, figliastro di Debussy] mi ha appena fatto sapere della vostra intenzione di far suonare il vostro quartetto, specialmente l’Andante, meno forte… in nome di tutti gli Dei, e mio, se mi volete bene, non fatelo. Pensate alla differenza di sonorità di una sala con e senza il pubblico, non c’è che la viola che mangia un poco gli altri; forse si dovrebbe un poco smorzare? Altrimenti non toccate niente e tutto andrà bene.


Prossimi concerti

Sabato 29 luglio 2023, ore 20,45

Sabato 5 agosto 2023, ore 20,45