Bacheca studentiConcertiIl Marcello Suona 2023 – primo concerto

1 Luglio 2023

Rassegna concertistica degli Studenti del Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia

Sabato 1° luglio 2023, ore 20.45 – Sala Concerti

Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili. L’accesso al pubblico è consentito dalle ore 20.25

 

Programma

DIETRICH BUXTEHUDE (1637-1707)

Sonata a 2 in la minore BuxWV 272

[Allegro]

Adagio 

[Allegro]

Daniele Rotilio violino Barocco

Alberto Casarin viola da gamba

Sebastiano Franz clavicembalo

 

GEORG PHILIPP TELEMANN (1681-1767)

Concerto in la minore per flauto dolce, viola da gamba, archi e b.c.

[Grave]

Allegro
Dolce
Allegro

Annachiara Mondin flauto dolce

Alberto Casarin viola da gamba

Daniele Rotilio violino barocco

Maddalena Cattapan viola

Marcello Alemanno viola da gamba

Amleto Matteucci contrabbasso

Sebastiano Franz clavicembalo

Il repertorio che propone il Dipartimento di Musica Antica prevede due brani per due voci soliste, uno con basso continuo e uno con archi e basso continuo.

La Sonata a tre in la minore per violino, viola da gamba e basso continuo di Dietrich Buxtehude, edita presumibilmente negli anni ’90 del XVII Secolo, è costituita da quattro sezioni contigue: due bassi ostinati su cui si dipana il dialogo tra le due parti soliste, inframezzati da un Adagio dal carattere accordale, e una coda finale dall’andamento veloce.

Il manoscritto del Concerto doppio in la minore per flauto dolce, viola da gamba e basso continuo di Georg Philipp Telemann risale al 1750, anni in cui il compositore si dedica alla produzione di concerti strumentali, che possono coinvolgere da una a quattro (e oltre) parti soliste.

I movimenti (ad eccezione del terzo, in cui figurano solo le due voci soliste – flauto dolce e viola da gamba – e il basso continuo) presentano un’alternanza tra tutti e solo: nel tutti la massa sonora dell’organico pieno – costituito dalle voci soliste, una sola parte di violino, viola e basso continuo – enuncia il tema portante di ciascun movimento; nelle sezioni di solo vi è una fitta interazione tra le due voci soliste, accompagnate dal continuo con interventi sparsi degli archi, in episodi ora contrappuntistici, ora cantabili, ora di virtuosismo individuale.

 

LUDWIG VAN BEETHOVEN (1770-1827)

Sonata op. 2 No 1

Allegro

Adagio

Minuetto. Allegretto

Prestissimo

Agata Bordignon pianoforte

La Sonata per pianoforte in fa minore op. 2 n. 1 venne composta nel 1795 e pubblicata l’anno successivo, assieme ad altre due sonate, in la maggiore è in do maggiore, forse la più celebre ed eseguita della trilogia.

Beethoven, da poco giunto a Vienna, decise di dedicarle a Joseph Haydn, suo maestro in quel periodo; tuttavia, contrariamente a quanto Haydn avrebbe desiderato, decise di non menzionare nella dedica il fatto di esser stato suo allievo, dichiarando che «da lui non aveva imparato niente».

Destinate ad inaugurare la gloriosa serie delle trentadue sonate per pianoforte, le tre sonate op. 2 non erano in realtà i primi lavori pianistici del giovane musicista dì Bonn: già tredici anni prima erano state pubblicate tre sonate, scritte – come recitava il frontespizio dell’edizione – «in età di anni 11». Qui la forma sonata appare allargata: lo schema tripartito caro ad Haydn e a Mozart (alla cui sonata in do minore il tema di apertura può far pensare) è ampliato a quattro movimenti. I due estremi sono avveniristici e incandescenti, mentre al centro figurano due pagine di sapore più arcaico: un Adagio, che è una trascrizione di un tempo tratto dal quartetto con pianoforte scritto nel 1785, e un Minuetto con Trio che costituisce un elegante e candido addio ad una forma tipicamente settecentesca. Il Prestissimo conclusivo, infine, dimostra che Beethoven conosceva le migliori sonate di Clementi e che era perfettamente al corrente di quanto di più avanzato era stato scritto per il pianoforte.

 

PAUL HINDEMITH (1895-1963)

Sonata per Oboe

Munter

Sehr langsam – lebhaft

Cristian Zoccolan oboe

Giovanni Tagliente pianoforte

La Sonata per oboe e pianificate fu composta da Hindemith nel 1938. Le tecniche di costruzione – variazione tramite melismi, tendenza a un linguaggio modale, elaborazione attraverso processi di diminuzione – richiamano un contesto pre-tonale e contrappuntistico.

Il primo movimento, Munter (Vivace), è in forma sonata: un primo tema di danza ritmata ma mai greve e un secondo tema cantabile, caratterizzato da una melodia naïve ma con raffinatissima armonizzazione. Lo sviluppo è un’elaborazione contrappuntistica di questi elementi. Dopo una vigorosa fanfara del pianoforte che richiama l’attenzione dell’ascoltatore, vi è la ripresa. Il brano si conclude con un curioso ed efficacissimo processo di svuotamento, una sorta di afasia graduale – caratteristica che comparirà anche nel movimento successivo.

Il secondo movimento (Sehr langsam- Lebhaft), è costruito su due poli: il primo è un canto di lamento dell’oboe, sostenuto dal rigoroso accompagnamento del pianoforte; il secondo è una danza in tre ottavi, giocosa negli intenti iniziali ma elaborata con un rigore contrappuntistico. Canto e danza tornano nel corso del movimento, ma elaborati diversamente: il primo compare contrastato da un accompagnamento di terzine della mano sinistra del pianoforte, mentre la destra dialoga con l’oboe; la seconda è presentata come una fuga a quattro voci. La lunga coda inizia con un sommesso canto dell’oboe, voce sola a cui gradualmente si aggiungono, in coro, numerosissime altre, creando al termine una sonorità granitica ma gioiosa.


Prossimi concerti

Sabato 8 luglio 2023, ore 20,45

Sabato 22 luglio 2023, ore 20,45

Sabato 29 luglio 2023, ore 20,45

Sabato 5 agosto 2023, ore 20,45